L’ITALIA È UNA REPUBBLICA FONDATA SULL’INGIUSTIZIA

Neanche i terremoti e le loro tragiche conseguenze riescono a fermare la macchina autocelebrativa del potere. A nulla sono valsi gli appelli dei cittadini affinché le istituzioni dimostrassero un briciolo di decoro e di buon senso. Il 2 giugno, la Festa della Repubblica si celebra lo stesso, a Roma come in altre località. E pazienza se l’Emilia è in ginocchio, se sono morte delle persone, se i paesi sono distrutti e ci sono migliaia di sfollati.

I morti dell’Emilia erano quasi tutti operai. Schiacciati sotto le lamiere di capannoni industriali afflosciati su se stessi come castelli di carte. In Italia si crepa spesso in questo modo, mentre si lavora. Non consola il fatto che si sia trattato di un evento naturale e imprevedibile (ma neanche tanto). Le fabbriche crollate non avevano i requisiti di sicurezza necessari perché la mappatura delle zone a rischio sismico è superficiale e incompleta, e queste strutture erano state realizzate al di fuori delle norme in materia.
In questo paese, l’indifferenza della natura è amplificata dalla trascuratezza degli uomini.
Gli effetti delle alluvioni, delle frane, dei terremoti diventano ancora più devastanti perché l’Italia scricchiola in tutte le sue articolazioni, perché si costruisce male e dove non si dovrebbe, perché dietro a tutto c’è sempre e soltanto la logica del profitto e dello sfruttamento intensivo dei territori e delle risorse.

Gli operai morti in Emilia erano tornati nelle fabbriche, tra una scossa e l’altra, per paura di perdere il lavoro, per portare avanti la produzione a tutti i costi e mantenere oliato l’ingranaggio dello sfruttamento, anche a rischio dell’incolumità personale. Molti degli operai morti in Emilia erano immigrati, vittime del doppio ricatto legato al salario e alla necessità di non perdere, con il lavoro, anche il permesso di soggiorno. Alla fine, le fabbriche sono diventate le loro tombe.

Adesso bisognerà vigilare affinché non si ripetano gli scenari già visti negli ultimi anni in circostanze simili (come all’Aquila): militarizzazione del territorio, mancata ricostruzione e deportazioni di interi nuclei famigliari dalle loro case e dai loro paesi.
Solo con la solidarietà, il mutuo soccorso e appoggio possiamo rivendicare la priorità alla difesa della vita umana contro la logica del profitto. Solo con l’autogestione nei luoghi di lavoro e nel territorio potremo realizzare una effettiva prevenzione verso eventi naturali che purtroppo, per negligenza e logica affaristica, assumono dimensioni di devastazione e lutto verso le popolazioni colpite.

Spazio di Cultura Libert’Aria

Info sugli aiuti ai terremotati: http://www.umanitanova.org/terremoto

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