PRESENTAZIONE DE «PAOLO SCHICCHI. STORIA DI UN ANARCHICO SICILIANO»

schicchi_locandinaNell’ambito delle iniziative organizzate a Palermo dal Comitato per il Settantesimo della Liberazione dal nazifascismo, Libert’Aria promuove la presentazione di un volume dedicato alla figura di Paolo Schicchi, anarchico di Collesano che – tra le altre cose – diede vita in Sicilia a una intensa attività antifascista.

Venerdì 17 Aprile, alle ore 18.00, presso la Libreria Broadway di Via Rosolino Pilo 18, sarà presentato “Paolo Schicchi. Storia di un anarchico siciliano”.
Ne parleremo con l’autore, Nicola Schicchi (pronipote di Paolo); con il curatore del volume, il giornalista Antonino Cicero; con l’editrice Arianna Attinasi, e con Natale Musarra, dell’Archivio storico degli anarchici siciliani. Il commento musicale sarà affidato a Moffo Schimmenti, Gandolfo Pagano e Pino Greco.
Ringraziamo sentitamente la Libreria dello spettacolo Broadway per la generosa collaborazione.

Di seguito, alcune note tratte dalla quarta di copertina.
In allegato, locandina dell’iniziativa.

Libert’Aria – spazio di cultura

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Ignazio Buttitta, Sandro Pertini, Vincenzo Consolo ne scrissero.
Antonio Gramsci e Umberto Terracini vi polemizzarono.
Monarchici, socialisti, comunisti, popolari, fascisti, l’apparato clericale e gli stessi anarchici ne conobbero la penna caustica.
Paolo Schicchi, anarchico individualista, da Collesano, nel petto delle Madonie siciliane, ha attraversato la storia d’Italia, tra monarchia, dittatura e repubblica, testimone dei principali avvenimenti dell’Otto-Novecento.
Pubblicista, fondatore di periodici d’area, intellettuale eccentrico e dalla vasta cultura, bombarolo per magistrati e benpensanti, girovagò da clandestino, tra espulsioni e inseguimenti delle polizie di mezza Europa, trascorrendo in galera buona parte della sua vita.
Come un Che Guevara ante litteram volle sbarcare a Palermo da Tunisi per portare, fallendo, la rivoluzione e spronare il popolo a sollevarsi contro il regime fascista.
I comunisti ne vollero fare un padre costituente alla fine del secondo conflitto mondiale, ma per tutta risposta li fece caracollare giù dalle scale della Clinica Noto di Palermo, dove risiedeva ormai da alcuni anni quale confinato prima e celebrato antifascista dopo.
Un personaggio romantico, da fiction televisiva, immerso nella sua forte contraddizione caratteriale, culturale e ideologica, che l’ultimo pronipote in linea retta ha raccontato grazie all’immenso patrimonio documentario conservato nell’archivio di famiglia e mescolato ai ricordi d’infanzia.

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